Scritto da Fabiano Picco. Pubblicato in Trail
Ricominciamo le gare trail, dopo un luuuungo stop Covid...
Gli organizzatori di Sistiana (Trieste) hanno il pelo sullo stomaco e con grande coraggio mettono in piedi questa gara rispettando tutte le indicazioni e i protocolli richiesti dalle norme Covid.
Alla fine ci saranno 1800 concorrenti, divisi su 6 gare. Le partenze saranno in tutto tipo 90... organizzazione da paura!
Non avevo in programma di andarci, ma se continuavo a non fare un caiz sarei morto obeso sulla tavola da pranzo. Un mio amico ci va, mi convince ad iscrivermi un mese prima e provo a recuperare un pò di quella forma che pian piano avevo perso (continuavo a correre, ma sempre troppo poco...). Mi iscrivo alla 57 km che è effettivamente TRAIL, c'è anche una 80 km ma è più da stradisiti. L'anno prima avevo provato a fare i 164 km e mi ero ritirato a 122.
Briefing della sera prima, 09 gennaio: Ci sarà bora a 120-150 km/h, temperatura percepita ben sotto i -5°, morirete tutti. Ok, la serenità ora c'è, dormirò tranquillo.
Sveglia alle 3.45 dopo 4-5 ore di sonno agitato. Entro in bagno, mi guardo allo specchio. Sembro stanco e stracurato, non mi taglio i capelli da 2 mesi... sovrapensiero salgo sulla bilancia. Cacchio... peso 7 kg più dell'anno scorso... Scioccante... però... un pensiero passa per la mia testa: sono i capelli! Quanto possono pesare i capelli lunghi di 2 mesi? Sicuramente sono i capelli. Sicuramente. Metto poco gel per evitare di caricare la testa ulteriormente.
Prendo tutto e parto a recuperare il mio amico Daniele, andiamo in macchina assieme rispettando rigorosamente le regole covid: mascherina e cassa di birra nel cofano per il post.
Arriviamo a Sistiana, ci danno una bustona dei rifiuti in cui inserire la borsa del cambio da mettere nel campo sportivo, ben ordinate per numero. Hanno creato dei settori, ogni 100 borse c'è una corda tesa. Porto la mia borsa nel settore destinato con il pettorale in mano... la bora a 150 all'ora mi strappa di mano il pettorale e me lo porta via... 3 secondi ed è già in fondo al campo, io parto con una corsa a balzi, saltando le corde, passando sotto altre, evitando borsoni, cavalcando transenne fino ad atterrare con un placcaggio sul pettorale. Ok! Riscaldamento fatto.
Andiamo verso il bus, la fermata è a 800 metri. Cacchio... sono le 6.14, il bus è alle 6.20... niente... ripartiamo con il riscaldamento, facciamo 800 metri ad una media di 3.40. E anche le ripetute sono state fatte. Daniele mi manda a fanc... io non ci vado: devo prendere il bus adesso.
Ci sono due bus, uno va in spiaggia ed è pieno di gnocca, l'altro va alla partenza dei trail. Ora... non ho capito perché ma abbiamo preso il secondo.
Arriviamo alla partenza alle 7.00, la gara parte scaglionata, siamo in una 40ina che parte a quest'ora, ognuno parte quando preferisce, tanto i tempi verranno presi real-time. Ce la prendiamo comoda, praticamente partiamo per ultimi, dopo un 5-10 minuti (setta la traccia sull'orologio, togli lo strato di vestiti di troppo, metti la frontale, cambia l'acqua al pesce...).
Dopo 10 minuti di corsa ho già richiamato indietro 30 persone che stavano sbagliando strada in vari bivi e mi trovo primo del gruppo... ma saprete individuare le balise catarifrangenti... benedetti...
Mi lascio sorpassare, non è mia intenzione tirare da subito per poi morire per strada. Tanto arriverò primo lo stesso (see….).
Dopo mezz'ora tolgo la frontale che sta schiarendo.
Correndo fa caldo, tolgo cappello e guanti, apro addirittura un po’ l'impermeabile a momenti.
Il mio amico corre più veloce, anche se ha poca esperienza di ultratrial pian piano mi lascia indietro.
Primo ristoro a 1 ora e 15, ben organizzato: gel lavamani, sacchetti pronti con le etichette di cosa contengono, si prende cosa si vuole, si riempie la borraccia, si esce e si mangia e beve fuori distanziati. Se uno vuole prendere ancora qualcosa fa un altro giro.
Riparto.
Carso, tanto Carso, rocce, speroni, aria. Mi superano persone partite mezz'ora dopo di me, con le ali ai piedi. Io tengo il mio passo. Si sale, si scende.
Arriviamo ad una cimetta rocciosa (cippo Comici), un colle tra due vallate. 3 metri prima della cresta c'è uno del soccorso alpino: "Attento che subito c'è tanta aria, abbiamo messo delle corde, tieniti". Seee... peso 92 kg... e chi mi muove? E così scopro che le folate di bora possono letteralmente alzare di peso un botolone di 92 kg... mi butto a terra e procedo camminando a gatto per qualche metro. Poi mi alzo e procedo piegato, sferzando il vento, salutando i vari volontari che trovo nei prossimi 20 metri... che guduria!
Si risale, e si esce da dietro la montagna verso un panorama stupendo: vista mozzafiato sul golfo di Trieste, sotto a me la città e davanti il mare, che da qui sembra calmo con delle righette di schiuma bianca che posso definire carine. I fischi del vento creati dal bosco attorno a me mi lasciano intendere che quel mare in questo momento deve essere decisamente inospitale. Per fortuna non ho preso il bus della spiaggia. Peccato per le gnocche, mannaggiailcribbio.
Si scende.
Il secondo ristoro sul sito era indicato a 17 km ma non c'è, questo imprevisto mi crea un pò di disagio. A 20 km guardo dietro il pettorale dove c'è l'altimetria con indicati i ristori, lì è indicato a 22. Mi faccio coraggio e comincio a spingere, supero un 10 persone in 2 km. Inspiegabilmente tra queste persone c'è anche il mio amico Daniele! Ciaoooooo!
Il ristoro è gestito da militari, avevano troppo freddo e non hanno montato il gazebo, preferendo una soluzione dentro il rifugio in mattoni (probabilmente "i 3 porcellini" docet, con il mattone il lupo può soffiare quanto vuole). Questo fa in modo che bisogna mettersi in fila ed aspettare... faccio la coda 2 volte prima per mangiare e poi per riempire bene le borracce... 20 minuti in tutto. E mi sono raffreddato.
Parto con le mani ghiacciate, mi rimetto i guanti. Per fortuna c'è salita e mi scaldo subito. Appena torna il sangue alle dita mi scottano! Un male cane, sembra che mi esplodano le falangi... 20 secondi e poi si riassettano ad una temperatura gradevole.
Ri-supero e lascio indietro il mio amico (che era partito prima dal ristoro).
2 miniristori con solo roba da bere a distanza di ¾ d’ora. Provo il the caldo in entrambi. Con il vento il the caldo ha una temperatura tra i 5 e i 7°C. A posto...
In alcuni momenti nevica, nemmeno fiocchi, palline ghiacciate che volano leggere e creano un’atmosfera lieta, effetto vigilia di natale, ma più fredda. Molto più fredda.
Ormai è mezzogiorno, corro da 5 ore, nel mezzo dei monti, con la bora a 120 e famiglie con bambini piccoli a fare le passeggiate... ma non state bene... ma state a casa! Ma chi ve lo fa fare di andare in giro nel freddo? Ah, aspetta... anch'io sono qui... sto zitto, dai.
A momenti mi accorgo di essere mentalmente ed emotivamente stanco (piango e rido, provate voi, quando siete stanchi... è un attimo, sembro una donna in piena fase premestruale, in cinta e che ha appena partorito. Contemporaneamente). E' il caso che mi trovo un compagno di supporto sennò tra un po’ mi parte lo sclero. E magicamente Daniele mi raggiunge. Facciamo 1 ora e mezza assieme e mi riequilibrio, altro che Xanax! Il passo ormai è definito, vado a 6.00-6.30-7.00 a km, ogni tanto camminiamo e poi ripartiamo corricchiando, a velocità di crociera.
Ristoro di Opicina, 6 ore e 15 invece delle 6 ore previste, sto tendendo vergognosamente il passo rispetto alla mia previsione. Sono fiero di me. 2 bicchieri di brodo, formaggio, mortazza, ma parte un po’ la nausea e non finisco tutto.
Ripartiamo, dopo 5 minuti il mio amico comincia a staccarmi, non riesco a stargli dietro, lo lascio andare. Io ho un po’ di movimento di stomaco, rischio di abbellire il paesaggio con la mortazza e il formaggio masticati pochi minuti prima. Resisto.
5km di ciclabile, a destra ho giusto una piccola cresta di monte, che mi nasconde dalle sferzate d’aria, a sinistra il mare, 300 metri sotto di me, molto bello. Un po’ bosco, un po’ aperto, famiglie che camminano, anziani, giovani, corrono, camminano, sembra di essere sul lungomare ma nessuno è in costume e fa freddo. Forse che fa freddo l’avevo già detto, ma è giusto puntualizzare. Ci sono punti in cui ci sono pareti di roccia e “ragazzi diversamente giovani” che fanno roccia, bici che scorrazzano. E’ proprio una zona di gente a cui piace stare all’aperto. Bravi.
40 km, 8 ore, chiamo la famiglia per dire che va tutto bene (sante chê femine!).
Si vede là sotto il castello di Miramare, con lo sfondo del mare blu, e io che corro quasi fluttuando nel cielo, è una bella sensazione vedere le cose dall’alto.
Dopo Prosecco (che è il nome di un paese) si entra in un sentierino tra gli orti, molto carino, stretto, a destra e sinistra orti, o siepi, ogni tanto ci sono pezzi di mura di pietra, di roccia color ocra/verdognolo, ricoperte qua e là di muschio verde fluo o di edera, il sentiero è tutto un sali-scendi di terra e scalini di pietra irregolare. Un paio di km così. A un certo punto il sentiero si tuffa tra due mura alte 2 metri, ricoperte di muschio e tanta edera da riuscire a formare un tetto sopra il sentiero, sembra di entrare in un posto fatato. Un posto anche stretto, ho 5 cm di aria per parte da spalla a muro. Le gambe volano, mi sento bene, mi sento gasato. Finisco un avvallamento e vedo la strada che mi aspetta, 3 corridori saranno a 1 km da me: target aqqqaiiird! Adesso li prendo. Accelero leggermente e scendo, voglio superarli. Prima di raggiungerli trovo una ragazza ferma ad un bivio, mi chiede di fare un pezzo di strada con me, sta girando in tondo e non capisce come continuare la gara. Mi si accoda e procediamo. Io tengo il passo veloce, voglio superare sti 3. Li supero ma perdo la ragazza, la aspetto… uno mi ri-supera.
La incito e lei aumenta il passo. E prendiamo Daniele. Da qui 12 km di pacchia, teniamo il passo, superiamo. Siamo in 3 e non ci ammazza nessuno.
6 km all’arrivo, c’è una deviazione, fanno la foto davanti ad una grotta e poi si rientra nella strada principale. Uno ci supera tagliando. Bastar… ma che birichino! Rimurgino un po’, lo raggiungo 500 metri dopo: “Sai, c’era gente che ci faceva una foto nel bivio, probabilmente hai saltato un checkpoint”. Il tipo si blocca. Non sa cosa fare. Dopo 500 metri mi guardo indietro, non c’è. L’ho stroncato con una “frase innocente”… certo che sono bastar… birichino!
E continuiamo a correre, i crampi si fanno sentire, ma via a 6.30-7.00, tenendo il passo e superando uno ogni tanto. Mancano 500 metri e c’è un volontario che comincia a correre con noi, per indirizzarci all’arrivo, fa 300 metri con noi, condividendo la nostra gioia. Veramente un grande, non dubito che abbia corso questi 300 metri con ognuno dei 1800 corridori!
All’arrivo si sente il vocalist Gilbo che urla e sbraita dando energia anche alle montagne e arriviamo finalmente alla medaglia, niente docce calde purtroppo.
Tanta soddisfazione, apriamo la cassa di birra che non era nel frigo ma aveva una temperatura vicino allo 0 naturalmente. Ne beviamo una, ed è già tanta roba con il freddo che abbiamo addosso…
9 ore e 36, avevo previsto 9 ore e 30 quindi benone. L’anno scorso ci avrei messo 1 ora in meno ma pace. Devo assolutamente tagliarmi i capelli.
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Scritto da Alessandro Tonelli. Pubblicato in Trail
Ci sono numeri che nell’immaginario umano hanno un significato particolare.
La paura ad esempio fa 90...😅
Così il 1 agosto dell’anno del Signore 2020 decido di sfidarla attraverso una piccola (“grande per me”) impresa.
L’anno in corso doveva confermare i buoni progressi fatti durante il 2019 e quindi tante iscrizioni a gare ultra come il Maremontana, il Mugello, il DXT, il Gran Trail di Courmayeur ect ect....
Poi è arrivato LUI....il maledetto COVID-19 che ha fatto praticamente saltare tutto.
E allora abbiamo preso due strade.
Una la riconferma per l’anno prossimo di alcune gare che non avevo mai fatto, l’altra è stata quella di ricevere i vari rimborsi.
E qui arriviamo al punto.....
Già smaniavo di rinvestirli... ma come ?
Ecco che su Facebook mi appare una cosa piuttosto particolare.... non è una gara ma un Camp formativo che si svolgerà in Val d’Aosta.
Chi pratica Trail a livello amatoriale come me non avrebbe aspettato altro visto che c’è sempre da imparare, soprattutto se fino ad ora ho fatto tutto da autodidatta.
Si parla di tecnica di corsa, di gestione mentale, di nutrizione pre e durante un UltraTrail, di abbigliamento sportivo.... insomma un sacco di cose interessanti.
Non dubito due secondi e mi iscrivo immediatamente visto che confermano le date malgrado l’ombra scura del virus che incombe sempre.
Poi arriva un attimo di esitazione.... e penso che caxxo ho confermato 🤔 sono 90 km da fare in due giorni consecutivi... accidenti!” !
Inizia ad insinuarsi qualche dubbio ma la frittata è fatta e non ho voglia di scrivere agli organizzatori che non me la sento.
Passano i giorni e intanto arrivano le mail di conferma sul luogo di ritrovo, sulla lista del materiale obbligatorio da portare e l’elenco dei partecipanti..... vabbè tuttal più mi farò dare la traccia del percorso e andrò al mio passo (penso)...
È così dicendo arriva il 31 luglio.
La settimana lavorativa l’ho organizzata in Piemonte in modo da essere vicino al luogo di ritrovo.
Arrivo nel pomeriggio accolto da una temperatura africana. Ci sono 32 gradi, il sole splende e mi concedo due passi nel centro di Courmayeur. Adocchio subito un negozio di salumi e formaggi che metto nel mirino per il ritorno. Sarà il premio come pacco gara penso 😂.
Gironzolo tra le strette vie del centro storico e mi fermo in una birreria che giudico ben fornita. Il mio fiuto difficilmente tradisce... ed ecco che attirati come delle api sul miele si avvicina un gruppo di Runner ( ormai li conosco a distanza..😂 ) quasi come se ci fossimo dati appuntamento.
Sono loro !!
Quelli del TRM ( Trail Running Movement ) che hanno iniziato precedentemente questa avventura ( 4 giorni con 170 km di percorrenza ). Ci presentiamo e sorseggiamo birra.. anche se uno prende del succo Ace e lo inquadro immediatamente come ET l’extraterrestre 👽.
Si rientra in B&B e ceniamo tutti insieme.
Quello che doveva essere un momento spensierato si rivela un supplizio ascoltando tutte le gare alle quali hanno partecipato gli elementi a tavola.
Il più scarso ha fatto corse da 120 km... io appena 4 da poco oltre 40.
Si parla di Tor des Geants da 350 km, di Bora, di Adamello fino agli istruttori che hanno partecipato alla Transpirenaica da 900 km con 55.000 D+. Tutte corse epiche !
Si parla anche di alimentazione per endurance ( gente che fa centinaia di km 🥺 ), di microchip sotto pelle per studiare le reazioni scientifiche e fisiche degli atleti.
Li ascolto e mi sembrano tutti marziani...non trovo nessuno sorpreso come me e sale l'agitazione che cerco di mascherare il meglio possibile.
Non dormo bene i dubbi diventano quasi certezze... cosa ci faccio io qui ? Vabbè...
La partenza è fissata per le 6.30.
Partiamo al passo per raggiungere il centro di Courmayeur e il buon Manuel, ci mette il “carico” come a briscola raccontandomi alcuni aneddoti della sua Marathon des Sables ( 240 km nel deserto !! ).
A questo punto mi sento mezzo spacciato ancor prima di iniziare.... 90 LA PAURA 😱 eccola.
Nel materiale obbligatorio sono vivamente consigliati i bastoncini che per abitudine non porto quasi mai. Seguo comunque il suggerimento e scelta non fu più azzeccata.
Le salite non mancheranno, anzi iniziano immediatamente per raggiungere uno dietrol’altro due rifugi ( Bertone e Bonatti ).
Mi sento bene è appena spiana inizio a correre lungo i single track, la fiducia si è di nuovo impossessata di me ma ho fatto solo una decina di km 😂.
I paesaggi mozzafiato aiutano il cervello a gestire la fatica. Si inizia ad entrare in confidenza con il gruppo.
Ci sono due autentici “eroi” Francesco e Vito che sono partiti da Bari per una toccata e fuga come dicono loro. Appena terminata la due giorni partiranno immediatamente per tornare in Puglia sciroppandosi oltre 1000 km. Il tempo di una doccia 🚿 e via...
La passione prima di tutto scrissi in un precedente articolo.... e questa è la testimonianza reale.
A pranzo sostiamo vicino ad un supermercato.
I prezzi sono da ristorante stellato ( compro un etto di bresaola ad € 8,70 ! ) ; una birra media costa circa 10 €. Un piatto di pasta precotta mi dicono 28 €.... 😱😱
Il tempo è favoloso ma il caldo è incessante.
Il gruppo che è al terzo giorno di marcia lo accusa ma nessuno si tira indietro... figurarsi io che sono fresco come una rosa🌹.
Stringo i denti e arriviamo verso Champex-Lac, l’orologio segna 46 km ma non siamo ancora arrivati... ma come !! Non dovevano essere due tappe da 45 ?
Eh....ma nel Trail alcune cose sono relative 😅 e dobbiamo sopportare ancora pochi km per arrivare nel nuovo B&B.
Spartano ma pulito. Docce e camerate in comune. Anche questa è una nuova esperienza. Spero vivamente che nessuno dei miei compagni russi e fortunatamente sono accontentato. Una bella doccia calda ristoratrice e sono pronto ad accomodarmi a tavola. Fame da lupi neanche a dirlo....
Alla vista del primo piatto il morale va sotto i tacchi; un semplice conssome’ ... brodo con due verdure che galleggiano tristemente a bordo razza 😭😭😭😭.
Ehiiii ho fatto quasi 50 km !! Voglio una mucca da mangiare....ci siam capiti ?? !!!!!
La situazione migliora decisamente quando iniziano a portare delle coffe di riso con servito a parte del ragù alla bolognese.
Riso e quintali di pane vengono divorati insieme a dell’insalata condita con le classiche salse franco svizzere.
La birra non manca e siamo felici.
Sono davvero contento di questo primo giorno dove ho assimilato tanti consigli dal Team TRM.
Cristina, Marco e Michele sono davvero dei gran professionisti.
Alle 20.45 siamo a letto e si spengono le luci.
⏰ puntata alle 3.50 visto che alle 4.30dobbiamo metterci in marcia.
Click 💡⚫️..... 90 LA PAURA 😮
La vera prova del 9 sarà domani .
Il primo giorno ero sicuro di portarlo a termine ... ma domani come staranno le mie povere gambe ?! 😑
È così arriva l’ora di alzarsi.. una bella lavata con acqua fredda per svegliarsi meglio e un abbondante colazione per ricaricare le batterie.
Luci frontali accese e si riparte.
Con mia sorpresa le gambe reagiscono bene durante i primi km e questo è di buon auspicio.
Superiamo diversi corsi d’acqua per arrivare in cima ad un passo dove assistiamo ad un alba strepitosa.
Il sole fatica ad attraversare delle nuvole grigie che incombono minacciose.
Il meteo dovrebbe salvarci fino alle 11/12. Poi danno pioggia e quindi si studia un eventuale alternativa per evitare una delle 3 faticose salite che ci attendono oggi.
Tre strappi da 7/800 mt che metteranno a dura prova i nostri polpacci.
Nell'ordine Bovine, Catogne e dulcis in fundo il Tete' aux Vents.
La bellezza del paesaggio fa luccicare gli occhi .... Il magnifico ghiacciaio del Argentiere e la vista sul Monte Bianco che piano piano scompare tra le nuvole.... Appena in tempo che fortuna 🍀.... le previsioni meteo ci hanno graziato tutto il giorno ed il percorso originale non ha subito variazioni.
Scatto foto e filmo senza tregua 😂 .. il manicotto Survival lo piazzo davanti a ghiacciai e montagne...penso a quanto sono felice di aver intrapreso questo sport e stile di vita e quando vedo Chamonix ai miei piedi arriva un po' di emozione ...inizio a correre staccando leggermente il gruppo che ride quando vengo richiamato all'ordine 😂😂... Stavo sbagliando sentiero dalla fretta....
Ormai mancano pochi km nei quali Marco ci racconta l'emozione che ti da' l'Ultra TRAIL del Monte Bianco quando arrivi in paese tra due ali di folla che applaudono dal primo all'ultimo corridore. Già mi immagino nel 2021...
Arriviamo nella piazza del paese ci abbracciamo e ci complimentiamo tutti... foto, birra e la conquista della maglia Mont Blanc.
Sono ancora in piedi... 90 non fa più paura.
Grazie a tutti...dal Team TRM ai miei straordinari compagni di viaggio.
Capitan Tonno non molla
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