Seravezza Ripafratta di Gabriele Ianett
SUT (Stupidi Ultra Trail) fatto.
Che un s'era normali io e quell'altro, di cui spesso non ricordo mai il nome...a sì Pietro Leoncini, già si sapeva. Però la situazione, almeno, agli occhi degli altri, sta peggiorando...
Visto che si era organizzato una cena con capodanno dall'Ulisse a Seravezza, l'altro, un pochino per ruzzo e molto seriamente proponommi di tornare a Pisa a corsa, ovviamente via monte. Potebbi io rifiutare? giammai! In meno che non si dica, eravamo già a definire i dettagli del progetto..orari, sentieri, Km, logistica, illogistica, ecc., etciu... Deh, si godeva già al solo penZiero. Sgranellando per bene il tracciato, sembrava oggettivamente meno lungo, difficile e pretenzioso di quanto un primo approccio superficiale alla Traversata dei Briai lasciasse supporre. Anche meno di 60Km in totale..cosa vuoi che siano...partenza da Capriglia, si percorre tutto il sentiero n.3 passando da Farnocchia, San Rocchino, Foce di Grattaculo, Foce del Pallone, Foce del Crocione, sentiero 101 fino a Passo del Lucese, Si scende a Fibbiano e da li in qualche modo raggiungiamo Ripafratta, errando per presunti sentieri di cui avevamo letto in antichi manoscritti del III° secolo D.C., alternandoci a tratti di Via Francigena e Piste Ciclabili...da Riparfatta a San Giuliano è prassi. Questo era il progetto. Ma si sa, non tutte le ciambelle riescono con il buco.
La serata da Ulisse va alla grande, ci divertiamo un sacco. Io e coso lì, come si chiama...il Leoncetti, Leonini...Leoncini, da atleti modello, ci limitiamo nel beve e nel mangiare. Intorno alle 1:00 lasciamo il locale e Santa Lara ci accompagna fino quasi a Capriglia...quasi, perché ovviamente noi ci facciamo lasciare 3-4Km prima del paese, almeno facciamo un po di salita bitumosa per scaldarci. Troviamo il sentiero e partiamo. E' battuto bene, e si sale tranquilli. Mano a mano che saliamo e abbandoniamo le luci del paese, iniziamo ad apprezzare la bellezza della serata. Le stelle sono tante, milioni di milioni...scorci paesaggistici da urlo. Il temuto freddo non c'è, anzi, l'aria è perfetta per correre. Pensiamo che i nostri commensali son già a letto, ma che noi siamo più fortunati di loro. Arriviamo ad un bivio...zona attrezzata con tavolini, panchine, Icone varie di Santi e Martiri. Proseguiamo sul 3 oppure sul 3A? Il 3A sulla mappa del GPS non c'è, quindi...quindi facciamo quello, ovvio. Dopo poco ci ritroviamo in ascesa libera dentro la macchia a cercare delle fettucce scolorite risalenti sicuramente al secolo scorso. Ma ci danno fiducia, anzi questa cosa poco conforme ci piace e proseguiamo. Più per fortuna che per bravura...anzi direi per fisica, visto che salendo, prima o poi si trova la cima...arriviamo in vetta al monte Ornato. Una vista fantastica...stelle come fosse sabbia sopra di noi, e un tappeto di luci da antropizzazione a valle. Ok ora scendiamo. Leonciotti imbocca deciso il sentiero. Guarda che è quello da cui siamo saliti , ni faccio notare. Nooo, seeee. Ti di'o di sì. Allora torniamo in vetta, perlustriamo, chiediamo alle stelle, ma alla fine ce la giochiamo a sasso, carta e forbici: era il sentiero da cui eravamo saliti. Ma c'era solo quello. Quindi dobbiamo tornare da dove eravamo arrivati. Al solito scendiamo nella macchia cercando fettucce del 1800. Siamo tornati quasi nuovamente alle panchine che vediamo alla nostra sinistra il 3A. Tonfa panaia! Abbiamo si perso più di mezz'ora, ma ne è decisamente valsa la pena. Il sentiero è bello, si percorre bene. Una sola puntualizzazione: il 30% degli alberi è in posizione orizzontale, anziché nella tradizionale posizione verticale in cui siamo abituati a vederli. Quelli che troviamo a mezza altezza, il Leonciotti ci passa di sopra e io di sotto...chissà perché?
Il Garmin di Pietro fa notare che abbiamo percorso i primi 10Km in 170 minuti. Ecco, ad oggi, ma credo per l'eternità, rimarrà il dubbio di come sia stato possibile. Tre ore per fare 10Km? Cosa è successo che non ricordiamo? La teoria più plausibile è quella di un rapimento da parte degli alieni. Proseguiamo.
Il bosco si fa fitto...si sentono diversi animali vicini vicini...urliamo, suoniamo trombe, ci armiamo con lo spray al peperoncino. Quando sentiamo due o tre cani abbaiare e venire giù dal monte nel buio..beh, io un accenno di defecatio in mutandis l'ho avuto. Il passo è più lesto, c'è meno salita. Farnocchia dorme. Finalmente arriviamo a San Rocchino, e da li conosciamo. Da lì usciamo dal bosco boscoso. Si incominciano ad intravedere le prime sfumature dell'alba. Cominciamo a salire nuovamente con il sentiero che ci porterà a oltre1200m s.l.m.. Scolliniamo proprio quando il solo inizia a sorgere. Certe cose non hanno prezzo, per tutto il resto c'è MaserCard. Da favola...mi sento Peter, ma invece di Heidi con me c'è Piter. Fate vobis. Intanto il Piter si cambia i calzini.Siamo un po in ritardo sulla tabella di marcia. Avevamo in programma anche l'assalto alla vetta del Prana, ma tra anda e rianda ci vuole almeno un'ora e mezzo. Quindi saltiamo. Proseguiamo come treni fino a Passo Lucese. Qui ritroviamo il bitume e con esso finisce la parte del percorso a noi nota. Qui inizia il difficile. Il gioco consiste nell'arrivare a Fibbiano percorrendo meno bitume possibile. Le cartine di carta non ci sono di aiuto. le mappe gps non hanno questa zona. Non c'è segnale internet. Le cavallette ci assalgono. Improvvisiamo, facciamo e sfacciamo sentieri o tracce presunte tali, chiediamo anche a persone del luogo, proprio come usava una volta. Anche se bitumato, ci ritroviamo a percorrere un sentiero CAI. Ma ora abbiamo fame, la tagliata e il cinghiale li abbiamo digeriti. Ogni 2Km troviamo un cimitero, ma bar nemmeno uno. Sarà un segno? Qualcuno vuole dirci qualche cosa? Alla faccia loro troviamo e imbocchiamo la Via Francigena. Non è un bel tratto, ma questo è. Troviamo una discesa che si fa correre. Ma anche cadere. Faccio un bel volo...mi va anche di lusso. Risiamo sul bitume, comincia a fare caldo. Corriamo di buon passo, incontriamo flotte di ciclisti. Torrenti. Cimiteri. Case. Ma bar no...Finalmente arriviamo a San Macario. Il Bar. Ricca colazione, offre lui, relax e compiacimento. Ormai l'ora è tarda, abbandoniamo l'idea di tornare fino a Pisa. Preferiamo mangiare a casa con le famiglie. Quindi richiamiamo Santa Lara per venirci a riprendere in zona Ripafratta. Chiudiamo la SUT con 9:30 minuti sulle gambe. Km percorsi poi non tantissimi...44. Esperienza veramente bella, che senza il mio ammmore non avrei mai potuto fare. Boia deh, mi tocca ringrazziallo un'altra volta. Poi si monta la testa. Siamo un po matti, ma è il nostro bello!
Stay Tuned, next time, bai bai
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