Poggio Pelato di Andrea Pelleriti
Poggio Pelato in trail autogestito (TA) by Survival trail runners.
Questo mio desiderio di correre per boschi, lontani dai suoni cittadini, dal traffico con e grazie ai TA si sta finalmente concretizzando. Secondo me, un percorso che evolve e matura di anno in anno, approdato qua, da un paio di mesi.
Oggi sono salito, con gli amici Survival 🐗, sul monte Pelato.
Dall’uscita della superstrada a Castiglioncello, dove ci siamo ritrovati, siamo saliti sul colle per poi scendere dal sentiero denominato downhill, un single track, guidati da Alessio.
Un percorso di 8,5 km, d+ 350 m. di puro divertimento purtroppo con nebbia! Nebbia che ha rovinato la visuale dalla cima del poggio ma che ha reso più magico l’essere li e sopratutto mi ha messo voglia di tornarci per godermi con altra prospettiva (e visuale) il posto.
Tra l’altro la discesa mi ha esaltato perché tranne nel tratto più pietroso, ho cercato di concentrarmi su tutti i consigli ricevuti nei TA precedenti, ed inizio a scioglermi.
Non è male…
Il divertimento però nn è finito con la conquista del poggio pelato… Infatti, salutato qualche componente del gruppo che doveva rientrare siamo andati alla ricerca di nuovi percorsi, cominciando con quello per la miniera del Masaccio che è una delle cave abbandonate di Castiglioncello che rappresentano un
piacevole tuffo nel passato, nonché un’occasione per stare a contatto con la natura e apprezzare una parte del territorio collinare livornese ancora selvaggio. La miniera è alle pendici di poggio Pelato, tra poggio Masaccio e l’omonimo botro ed è ben nascosta nella vegetazione, che per più di cinquant’anni è cresciuta senza impedimenti. Si possono osservare i segni di quell’attività
mineraria che, per almeno 25 anni, ha animato i colli alle spalle della marina di Castiglioncello. All’uscita della
variante Aurelia a Castiglioncello , prima della biforcazione, che proseguendo a destra porta sino all’osservatorio del servizio antincendio, si arriva alla zona della “Magnesite” riconoscibile per
il colore bianco caratteristico delle rocce contenenti questo minerale.
Lungo la strada bianca sono visibili degli affioramenti di minerale biancastro. È questa la zona della vecchia miniera di magnesite del Masaccio che fu aperta nel 1914 e chiusa nel 1939. Abbiamo trovato la bocca di aereazione della miniera, le case circostanti, forse ricovero del personale o deposito di materiale, tutte inghiottire dalla vegetazione ma nn siamo riusciti ad individuare l’ingresso malgrado si sia battuta la zona palmo a palmo, scrutando ogni roccia, arbusto o galleria che incrociavamo.
Poi ci siamo diretti verso la spiaggia del Fortullino attraversando la boscaglia per single track talvolta puliti, probabilmente dai cacciatori, altre volte inghiottiti dalla vegetazione ed è stato entusiasmante farsi strada tra rami, erba e qualche arbusto spinoso; poi dopo aver attraversato un ruscello (sempre comodo per pulirsi le scarpe dal fango!) siamo giunti finalmente sul mare. Che spettacolo! Giornata nuvolosa ma calda ed il mare ha sempre il suo fascino in ogni stagione e con qualsiasi tempo.
E da qui ancora per single track in salita, in 3 o 4 km siamo tornati al punto di partenza a Castiglioncello. Una bella salita allenante, corricchiata quasi tutta, incluso uno scivolone… In tutto un giro di 18 km, d+400 di risate, corsa, foto, consigli tecnici e sana esplorazione e un bel ristoro finale con della croccante focaccina portata dal buon Anima e birra!
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